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25 novembre 2025
Ogni anno, le giornate del 20 e del 25 novembre attirano l’attenzione sui diritti dell’infanzia e la lotta contro la violenza sulle donne. Dietro questa mobilitazione, si svolge quotidianamente un lavoro essenziale, grazie alle associazioni che accolgono, proteggono e accompagnano le vittime di violenza.
Céline Bonnaire, Direttrice esecutiva di Kering Foundation, racconta come la Fondazione si impegna al loro fianco, nel lungo periodo.
Il 25 novembre è sempre stato una data importante per Kering Foundation, perché permette di dare visibilità alla realtà delle violenze contro le donne. E dal 2023 ci mobilitiamo anche con iniziative per il 20 novembre, poiché abbiamo ampliato il nostro intervento alle violenze contro bambini e bambine, in particolare la violenza sessuale e l’incesto.
Questa scelta nasce da una constatazione riportata dalle associazioni che sosteniamo: molte donne sopravvissute hanno a loro volta vissuto violenze nell’infanzia. Se vogliamo davvero porre fine alle violenze, dobbiamo continuare ad accompagnare le sopravvissute, ma anche intervenire alla radice, fin dall’infanzia. Queste giornate internazionali offrono uno spazio per sensibilizzare il più ampio pubblico e ricordare l’urgenza di far avanzare insieme queste due battaglie.
Il nostro approccio non cambia: continuiamo a instaurare partnership di lungo periodo con associazioni radicate sul territorio. Questo posizionamento, però, ci porta a sostenere realtà che, storicamente, non hanno sempre lavorato insieme, perché guidate da priorità differenti.
Il nostro ruolo è comprendere le loro pratiche per adeguare il nostro sostegno e, soprattutto, creare connessioni. Per interrompere il ciclo delle violenze da una generazione all’altra, è necessario favorire il dialogo tra gli attori coinvolti. È attraverso un lavoro più coordinato che si può prevenire e accompagnare meglio.
Fin dal 2008 abbiamo scelto di intervenire su una questione universale: 1 donna su 3 nel mondo è, o sarà, vittima di violenza nel corso della sua vita. La nostra ambizione è stata offrire un sostegno concreto, il più vicino possibile al territorio, attraverso partnership fondate sulla fiducia, la continuità e la flessibilità.
La Maison des Femmes di Saint-Denis ne è un esempio emblematico. L’abbiamo sostenuta fin dagli esordi, quando era ancora un progetto portato avanti con determinazione dalla dottoressa Ghada Hatem-Gantzer. Il suo modello si basa su uno sportello unico, dove le donne possono ricevere un accompagnamento globale: medico, psicologico, sociale e legale. Dopo aver dimostrato il proprio impatto, la struttura ha ottenuto il riconoscimento pubblico e un finanziamento del Ministero della Salute, che ne ha garantito la continuità. Nel 2021, François-Henri Pinault ha annunciato il sostegno alla replicazione del modello: delle 15 Maisons des Femmes che Kering Foundation si è impegnata a contribuire a creare, 8 hanno già aperto, insieme a partner mobilitati in tutto il territorio.
Con questo stesso spirito, sosteniamo anche Mon Palier, un progetto pilota collegato alla Maison des Femmes di Saint-Denis, che offre a giovani donne tra i 18 e i 25 anni un alloggio sicuro e un accompagnamento verso l’autonomia, per evitare interruzioni nei loro percorsi una volta conclusa la presa in carico.
In 17 anni, la visibilità della violenza contro le donne è cresciuta, grazie alla mobilitazione delle associazioni e della società civile. Il nostro ruolo è stato contribuire a questa dinamica, rafforzando le associazioni che ogni giorno accolgono, proteggono e accompagnano le donne.
Il nostro primo pilastro consiste nel sostenere associazioni specializzate che assistono donne e bambini, nonché iniziative di prevenzione per i giovani. Costruiamo partnership con un numero limitato di organizzazioni in modo da poterle supportare il più possibile in base alle loro esigenze. Tra i nostri impegni più recenti, sosteniamo l’associazione Alexis Danan in Bretagna, che prepara i bambini ai percorsi giudiziari al fine di ridurre il carico emotivo. Siamo anche il partner principale dell’associazione Im’pactes, che lavora con i bambini in affidamento e che aprirà il suo Centro Asterya a dicembre: un luogo unico dove i bambini beneficeranno di un supporto completo – medico, psicologico, educativo e culturale – per accompagnarli nel loro recupero.
Il secondo pilastro mira a coinvolgere Kering e il suo ecosistema su questo tema. Già nel 2011, abbiamo creato programmi di sensibilizzazione in collaborazione con diverse associazioni, tra cui la Fédération nationale Solidarité Femmes in Francia. Questi programmi di formazione sono attualmente disponibili sotto forma di workshop di 2,5 ore, webinar di 1,5 ore e un modulo di e-learning di 30 minuti. Stiamo inoltre conducendo un programma pilota negli Stati Uniti con i Child Advocacy Centers per rafforzare la prevenzione della violenza contro i minori. Il nostro obiettivo è rendere il luogo di lavoro un posto sicuro in cui le persone vittime possano essere ascoltate e supportate.
Infine, il terzo pilastro prevede la mobilitazione di altri stakeholder. Co-gestiamo la rete OneInThree Women, che riunisce circa 50 aziende impegnate nella lotta alla violenza contro le donne in Francia, e nel 2024 abbiamo aderito alla rete PARI Insieme Contro la violenza, con 24 aziende italiane. Negli ultimi quattro anni abbiamo anche organizzato la cena Caring for Women, che mobilita artisti, marchi e mecenati: in totale, ha raccolto 14 milioni di dollari, dando al contempo visibilità internazionale al tema della violenza.
Questa nuova direzione fa parte della nostra missione principale: andare dove i bisogni sono ancora ampiamente insoddisfatti e dove possiamo contribuire a generare un cambiamento. La ricerca è essenziale per comprendere come la violenza si radichi e a volte venga trasmessa di generazione in generazione. Una migliore comprensione di questi meccanismi porta all’emergere di nuove leve d’azione.
Stiamo quindi lanciando un programma di ricerca in collaborazione con la McGill University in Canada e la Sexual Violence Research Initiative (SVRI) in Sudafrica. Con la McGill University, il lavoro si concentrerà sul ruolo delle voci dei bambini nel loro processo di recupero e sarà condotto in stretta collaborazione con i servizi di supporto in Francia e Quebec. Con la SVRI, supporteremo otto giovani ricercatori nel loro lavoro sull’intersezione della violenza, in collaborazione diretta con professionisti e associazioni.
Il nostro ruolo, insieme a questi due partner, sarà quello di diffondere la conoscenza: organizzare momenti di dialogo tra i ricercatori e, in seguito, supportare le loro pubblicazioni e condividere i risultati nell’intero settore.
Negli ultimi anni si sono registrati progressi significativi in termini di diritti e sensibilizzazione sul tema. Tuttavia, stiamo anche attraversando un periodo di grande tensione: i finanziamenti si stanno riducendo, le associazioni si stanno indebolendo, i movimenti mascolinisti stanno guadagnando terreno e i giovani sono esposti alla violenza in età molto precoce, soprattutto online.
In questo contesto, nessuno può agire da solo. È unendo le forze – associazioni, autorità pubbliche, imprese, ricercatori, famiglie – che possiamo prevenire e combattere meglio la violenza tra le generazioni.
“Quello che sappiamo sul campo è chiaro: la violenza spesso si manifesta molto presto. Per prevenirla, dobbiamo ascoltare, proteggere e sostenere i bambini fin dall’infanzia.”