Sostenibilità

Rivelare la bellezza e la fragilità del nostro pianeta con The Explorers

Il progetto The Explorers vuole far scoprire la bellezza e la fragilità del nostro pianeta, diffondendo la consapevolezza delle sfide in materia di salvaguardia della biodiversità e invitando all’azione. Si pone quindi sulla scia della strategia di sviluppo sostenibile di Kering, basata su un approccio scientifico, su azioni concrete e sulla sensibilizzazione di quante più persone possibili. Ecco perché il Gruppo rinnova la collaborazione con The Explorers e propone ogni mese contenuti inediti che permettono di capire meglio le sfide della salvaguardia della biodiversità.

Esplorare per comunicare, conoscere e proteggere di più
 

Il Gruppo Kering è convinto che la salvaguardia della biodiversità e delle risorse naturali sia una missione collettiva. Ecco perché vuole sensibilizzare quante più persone possibili sulle sfide ambientali che dovremo affrontare, invitando ciascuno di noi a dare il proprio contributo. 
 

È per questo motivo che dal 2020 Kering è il principale partner del progetto The Explorers, che, con i suoi team, esplora il mondo per realizzare l’inventario naturale, culturale e umano del nostro pianeta con immagini in Ultra Alta Definizione (8K/4K/HD). Ogni nuova spedizione permette di costituire e di arricchire questo inventario attraverso la lente delle popolazioni locali. Per diffondere le proprie scoperte The Explorers ha sviluppato una piattaforma che raccoglie foto, immagini, video e documentari.

 

Queste spedizioni rivelano la bellezza della biodiversità, ma anche la sua fragilità. Per sensibilizzare quante più persone possibili sulle sfide della biodiversità, ogni mese Kering condividerà su questa pagina una selezione delle foto e dei video della piattaforma The Explorers. 
 

Scopri The Explorers
 

Per maggiori informazioni sulla strategia di sviluppo sostenibile di Kering e sulle azioni intraprese per proteggere il pianeta, scopri la rubrica dedicata a questo tema

Acqua

Mari, laghi e oceani sono il cuore pulsante della biodiversità, habitat che ospitano un incredibile patrimonio vegetale e animale, oggi minacciato dal riscaldamento climatico e dall’innalzamento del livello dei mari. Scopri i tesori della biodiversità acquatica, come gli squali pinna nera, il narvalo o gli ecosistemi corallini.

Un lago incastonato tra i monti

Il Lago del Goléon è un lago glaciale situato a 2.454 metri di altitudine nel Massiccio des Arves. Incastonato tra le vette delle Alpi francesi, gli escursionisti possono raggiungerlo solo dopo un trekking di 2 ore e mezza con un dislivello di 700 metri. Questo lago è una meravigliosa terrazza che offre panorami mozzafiato sulle pareti Nord della Meije e del Râteau coperte dai ghiacciai.

L’osservatorio degli uccelli

Con una superficie di oltre 20 km2, il lago di Sainte-Croix è il terzo lago più grande della Francia. Si estende tra i dipartimenti del Var e delle Alpes-de-Haute-Provence. Ciascuno dei paesi sulle rive offre una prospettiva diversa su questa incredibile riserva di fauna e flora. In effetti, il lago ospita numerose specie di uccelli: aquile reali, falchi pellegrini, rondini montane e molte altre.

Un tesoro del Kirghizistan

Il lago Ala Kul è un lago glaciale che si rivela come un gioiello nel paesaggio roccioso del Kirghizistan. Questa meta molto apprezzata dagli escursionisti è stata esplorata solo di recente dagli occidentali, a causa dell’elevata altitudine (3.560 metri) e della difficoltà di accesso. Il primo esploratore occidentale a raggiungerlo fu il russo Putimtsoff nel 1811, seguito dal celebre biologo tedesco Alexander von Schrenk trent’anni dopo. Il lago è un rifugio per mandrie di yak e di pecores.

Il paradiso degli squali

Le acque della Laguna Blu di Rangiroa sono il punto d’incontro di centinaia di squali grigi e di squali pinna nera. L’atollo è il loro habitat ideale: acque calde e ricche di pesci e una corrente così forte che non hanno bisogno di spostarsi.

Lo squalo balena

Lunga 960 km, la grande barriera corallina dell’America Centrale è la seconda del pianeta per estensione dopo quella australiana. Il suo più grande visitatore è senza dubbio lo squalo balena, il gigante dei mari. Ogni anno un centinaio di esemplari si riunisce lungo i grandi drop-off di Utila, in Honduras, per cibarsi del plancton che risale dalle profondità marine lungo le correnti ascendenti.

Lo squalo tappeto, maestro dei travestimenti

Gli Orectolobidae, o squali tappeto, sono i maestri dei travestimenti. Pessimo nuotatore, questo squalo resta perlopiù sul fondale, spostandosi poco e aspettando che le prede gli si avvicinino. Ha un corpo largo e piatto e le sue dimensioni variano da 1,5 a 3 metri.

Terra

Lo spazio terrestre abitato dagli essere viventi è caratterizzato da un’infinità di specie animali e vegetali preziose e fragili che, insieme alle popolazioni locali, costituiscono una vera e propria ricchezza da proteggere.

Il santuario delle tigri

Un tempo le tigri popolavano le isole di Bali, Giava e Sumatra. Nel XX secolo le tigri di Bali e di Giava si estinsero, e soltanto l’isola di Sumatra ospita ancora questo felino. Si calcola che esistano ancora 400 esemplari di tigre di Sumatra, che è classificata come “a rischio critico di estinzione” dalla IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). Le cause della loro progressiva scomparsa sono il bracconaggio e la deforestazione, che le varie ONG cercano di combattere.

Il fico strangolatore

Questo albero viene chiamato “strangolatore” perché si appoggia a un’altra pianta per crescere, usandola come sostegno. Con il passare del tempo, una parte delle radici scende nel terreno, mentre il resto si aggroviglia attorno all’albero ospite, che sparisce un poco alla volta, lasciando un vuoto. Questo albero svolge un ruolo essenziale per la biodiversità: infatti dai suoi frutti dipende la sopravvivenza di molte specie, in particolare di uccelli e scimmie.

Le foreste tropicali dell’Honduras, una riserva di biodiversità

Le foreste tropicali sono i polmoni del nostro pianeta e incredibili riserve di biodiversità. Le foreste dell’Honduras, in particolare, hanno subito in minima parte l’effetto delle glaciazioni e oggi sono l’ambiente naturale per il 92% delle specie vegetali e animali della Terra. Sono un habitat che ospita ecosistemi ancora vergini e ricchi di vita e una delle rare regioni dell’America Centrale dove i processi ecologici sono rimasti ancora intatti.

La mangrovia, il polmone verde del pianeta

Catturano 80 tonnellate di CO2 per ettaro e trattengono una quantità di carbonio circa cinque volte superiore alle altre foreste del mondo: le formazioni di mangrovie sono i polmoni del nostro pianeta. Nei loro ecosistemi per metà sommersi, le radici degli alberi risalgono in superficie come delle tube per assorbire l’ossigeno. Le mangrovie svolgono diverse funzioni ecologiche: proteggono il litorale limitando l’erosione della costa causata dal vento, attenuano l’impatto delle tempeste e dei cicloni e contribuiscono allo sviluppo delle barriere coralline.

La mangrovia dell’Honduras

A sud dell’Honduras, l’oceano Pacifico si apre un varco tra El Salvador e il Nicaragua fino al golfo di Fonseca. È il regno di una delle più estese mangrovie dell’America Centrale. Questa foresta ospita numerose specie e molluschi, dalle ostriche che si attaccano alle radici delle piante ai granchi che scavano le loro tane nella melma.

La mangrovia delle Isole Raja Ampat

Raja Ampat è un arcipelago di 1.500 isole situato in Papua occidentale. I labirinti formati dalla moltitudine di isolotti hanno creato immense barriere coralline e vaste formazioni di mangrovie. Le isole di Raja Ampat oggi costituiscono uno degli ecosistemi marini più ricchi del pianeta. Qui le foreste di mangrovia ospitano un’infinità di organismi terrestri e marini.

Il simbolo della banchisa polare

L’orso bianco popola l’Artide, la regione che circonda il polo nord della Terra. Con i suoi 400 kg di peso è il più grande carnivoro terrestre in circolazione e un impareggiabile cacciatore. Questo temibile predatore riesce a percepire la presenza di foche a chilometri di distanza grazie al potente olfatto. È considerato un mammifero marino perché ha bisogno del ghiaccio per nutrirsi e riprodursi.

I giganti dei ghiacci

La banchisa è un’incredibile fonte di vita, uno spazio dove gli animali che la popolano possono cacciare, riposarsi e riprodursi. Inoltre, svolge un importante ruolo nella regolazione del clima. In inverno può raggiungere uno spessore di tre metri, mentre in primavera l’innalzamento delle temperature rompe questa massa di ghiaccio frammentandola, un fenomeno spettacolare chiamato “débâcle”.

Una specie sulla lista rossa

L’orso bianco è una specie a parte, che ha saputo adattarsi alle regioni ostili del Canada settentrionale, dove vive principalmente. Malgrado non abbia predatori naturali e sia in cima alla catena alimentare, è considerato una specie vulnerabile secondo l’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN). La causa principale è il riscaldamento climatico, che di anno in anno riduce la superficie della banchisa polare, l’habitat naturale dell’orso bianco.

Cielo

Le foto dall’alto delle spedizioni catturano la bellezza delle aree esplorate, scoprendo l’essenza di un patrimonio eredità delle generazioni future.

L’ape, sentinella dell’ambiente

L’ape è la sentinella dell’ecologia. Esistono 1.000 specie diverse di api selvatiche in Francia e 20.000 in tutto il mondo. Questi insetti sono apparsi per la prima volta 100 milioni di anni fa. Oggi contribuiscono all’impollinazione dell’80% delle piante a fiore e delle piante da coltura. Ma dal 2016 le api sono ufficialmente classificate tra le specie in via di estinzione. Le cause? I pesticidi, il cambiamento climatico e l’inquinamento.

Nell’alveare ciascuno ha il proprio ruolo

Nell’alveare, ogni ape ha un ruolo preciso e conosce il proprio destino fin dalla giovane età. L’alimentazione ricevuta allo stato larvale determina infatti il ruolo che svolgerà nell’alveare. Ogni ape svilupperà pertanto caratteristiche fisiche e comportamentali a seconda del proprio ruolo. In media, un alveare contiene tra 40.000 e 60.000 api.

Perché dopo aver punto l’ape muore?

Soltanto le femmine delle api possono pungere. Anche se di norma non sono aggressive, possono passare all’attacco se avvertono la necessità di difendere il territorio. Il pungiglione dell’ape ha la forma di un arpione: una volta penetrato nell’epidermide però, questa si richiude subito, incastrandolo. Pertanto, per liberarsi l’ape è costretta ad abbandonare una parte del suo addome, il che comporta la morte dell’insetto sul breve o medio termine.

La foresta nebulosa

Alcune regioni del mondo caratterizzate da foreste sono chiamate foreste nebulose per via della loro persistente cortina di nuvole a bassa quota, di solito a livello della chioma. Si tratta principalmente di foreste pluviali di montagna. Qui le condizioni ambientali favoriscono lo sviluppo di specifici ecosistemi dove prosperano numerose piante epifite. Questi luoghi ospitano una biodiversità eccezionale con rare specie endemiche.

La pietra fiorita

La fonolite di granato è una roccia vulcanica risalente a quasi tre milioni di anni fa che, a parte in Brasile, è presente soltanto nelle valli di Hohoi e Hakatao sull'Isola di Ua Pou. Questa roccia è più comunemente chiamata "pietra fiorita" perché, una volta levigata, rivela dei motivi a forma di petali di fiore.

Il falco pescatore, un uccello rapace pescatore

La riserva naturale di Scandola in Corsica ospita il falco pescatore, un uccello rapace pescatore. Questa magnifica specie non può essere confusa con nessun altro volatile: di colore chiaro con ali ripiegate, presenta una testa espressiva con elementi fortemente contrastanti e, soprattutto, pesca immergendo prima le zampe, per poi scomparire interamente con il corpo tra gli schizzi dell'acqua per agguantare la preda.

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