Women In Motion mette le donne fotografe al centro di Parigi

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Women In Motion mette le donne fotografe al centro di Parigi

Women In Motion celebra le donne fotografe attraverso un'inedita campagna di affissione nel cuore di Parigi. Da settembre a dicembre 2023 il programma di Kering che valorizza le donne nell'arte e nella cultura espone le opere delle vincitrici del premio Women In Motion per la fotografia sui muri della Ville Lumière. Appuntamento in rue du Louvre per scoprirle !

Una galleria d'arte a cielo aperto

Women In Motion celebra il talento delle donne fotografe esponendo i ritratti e gli autoritratti in grande formato delle vincitrici del premio Women In Motion per la fotografia. Da settembre a dicembre ogni opera sarà esposta su un muro del 1° arrondissement, a Parigi. Ogni ritratto testimonia la visione unica della sua autrice e dà ai passanti l'occasione di scoprire e ammirare le voci della fotografia al femminile. 

 

Il premio Women In Motion per la fotografia

Nel 2015, per lottare contro le diseguaglianze nel mondo della settima arte, Kering crea Women In Motion, un programma che valorizza le donne attive nelle diverse professioni legate al mondo del cinema. In seguito il programma viene esteso a tutti gli ambiti artistici e culturali, in particolare alla fotografia. Nel 2019 Kering inizia una collaborazione con Les Rencontres d'Arles e iscrive Women In Motion alla programmazione del festival: insieme lanciano il premio Women In Motion per la fotografia per dare maggiore visibilità alle donne fotografe.
Dalla sua creazione, il premio Women In Motion per la fotografia è stato conferito a Susan Meiselas (2019), Sabine Weiss (2020), Liz Johnson Artur (2021), Babette Mangolte (2022) e Rosângela Rennó (2023).

Susan Meiselas

Susan Meiselas, nata nel 1948 a Baltimora (Stati Uniti), è una fotografa e documentarista che vive e lavora a New York.

 

Susan Meiselas during popular insurrection in Masaya, Nicaragua, September 1978

©Courtesy Alain Dejean, Magnum Photos

È conosciuta per il suo lavoro sui diritti dell'uomo in America Latina. Le sue fotografie fanno parte di collezioni statunitensi e internazionali. Nel 1992 è stata nominata MacArthur Fellow e nel 2015 ha vinto una borsa di studio del Guggenheim. Nel 2019 si è inoltre aggiudicata il Deutsche Börse Photography Foundation Prize.

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Sabine Weiss

Nata nel 1924 a Saint-Gingolph, in Svizzera, e scomparsa nel 2021 a Parigi, Sabine Weiss si appassiona già da giovanissima alla fotografia. Dopo aver studiato per tre anni con Paul Boissonnas a Ginevra, nel 1946 diventa l'assistente di Willy Maywald, un fotografo tedesco specializzato nella moda e nei ritratti che si era stabilito a Parigi. Nel 1950 si sposa con il pittore statunitense Hugh Weiss e si lancia come fotografa indipendente, frequentando l'ambiente artistico del dopoguerra.

Grazie alla raccomandazione di Robert Doisneau, nel 1952 Sabine Weiss è una delle poche donne a far parte dell'agenzia Rapho e il suo lavoro personale viene riconosciuto negli Stati Uniti. Le sue opere si inseriscono nella corrente "umanista", che si caratterizza per la volontà di riconciliare lo spazio pubblico con il corpo umano. Nei suoi scatti troviamo uomini e donne immortalati nelle loro routine quotidiane, al lavoro, o immersi nei loro pensieri.

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Liz Johnson Artur

Liz Johnson Artur nasce nel 1964 in Bulgaria e attualmente vive e lavora a Londra. Dal oltre 30 anni il suo lavoro si articola tra fotografia, film e installazioni e si distingue per il forte legame con le persone. Negli ultimi anni Liz Johnson Artur ha realizzato delle esposizioni personali al Brooklyn Museum a New York e alla South London Gallery a Londra e ha esposto le sue opere in mostre collettive, come alle Serpentine Galleries a Londra e a Berlino.

Il suo lavoro fa parte di collezioni pubbliche e private negli Stati Uniti e nel Regno Unito e la sua monografia pubblicata da Bierke Verlag è stata inclusa nella sezione Best Photo Books 2016 del New York Times. Nell'autunno 2021 il FOAM di Amsterdam le ha dedicato una mostra personale.

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Babette Mangolte

Babette Mangolte, nata in Francia nel 1941 ma residente a New York dal 1970, è una cineasta, fotografa, artista e autrice di saggi sulla fotografia. Ha documentato le coreografie e performance di Yvonne Rainer, Trisha Brown, Joan Jonas, Robert Morris, Lucinda Childs, Marina Abramović, Steve Paxton e la scena teatrale di New York degli anni ’70.

Le sue esposizioni personali più recenti includono una retrospettiva al VOX, Centre de l'Image contemporaine, di Montréal nel 2013 e alla Kunsthalle di Vienna nel 2017. Le sue opere sono regolarmente esposte in mostre, festival e programmi cinefili internazionali, tra cui alla Tate Modern a Londra, al Migros Museum di Zurigo, all'Institute of Contemporary Art di Philadelphia e Londra e alla South London Gallery di Londra.

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Rosângela Rennó

Rosângela Rennó è nata nel 1962 a Belo Horizonte, in Brasile, e attualmente vive e lavora a Rio de Janeiro. Il suo lavoro sulle fotografie, sugli oggetti e sulle installazioni è caratterizzato dall'indagine dei diversi modi di rappresentazione e di assorbimento nella fotografia e dei rapporti tra memoria e oblio, realizzata tramite l'appropriazione di immagini provenienti da fonti diverse, come mercatini dell'usato, archivi istituzionali o foto trovate su internet.

Gli archivi fotografici precari, abbandonati e i "dossier morti" l'hanno spinta a mettere in luce e lottare contro la narrativa ricorrente della cancellazione e dell'"ignoranza strutturale", utilizzate come strategia di amnesia storica e di esclusione di una larga fetta della popolazione, in particolare in Brasile e nei paesi del Sud del mondo. Inoltre si dedica alla creazione di video e libri d'arte, che seguono sempre la stessa base concettuale.

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